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Teresina De Pierro

la nostra poetessa

San Martino D'Agri 18 Aprile 1859 - San Isidro 24 Agosto 1943

“Promette molto da quello che ha dato, essendo giovanissima. Se continua sarà fra le migliori poetesse italiane […] La cultura letteraria la porterà in alto” Affido non alle mie parole ma a quelle di un articolo del 1878 introdurre la Poetessa Teresina De Pierro. L’articolo in questione è tratto da un bimensile istriano, L’unione, dedicato principalmente a temi di letteratura, storia e archeologia. Ho scelto questo testo per iniziare, perché ha un valore simbolico molto importante, ci dice, infatti, quanto la nostra poetessa si fosse messa in luce, così giovane, tanto da meritare un articolo su una testata non locale ed essere annoverata tra le promesse della nostra letteratura post-unitaria. Questo incontro, ma ancor più il mio intervento, non hanno la pretesa di descrivere in maniera esaustiva un personaggio complesso e ancora in buona parte inesplorato come è quello di Teresina De Pierro, ma piuttosto di essere da spunto per future ricerche, seminari e studi volti ad approfondire i tratti più salienti della sua vita e della sua produzione letteraria, in parte ancora sconosciuta. Nacque a San Martino D’Agri, il 18 Aprile 1859, e qui visse gli anni travagliati e complessi del post-unitarismo, anni difficili per un Sud, che vide presto tradite promesse e aspettative di un’Italia più equa e democratica. Visse a San Martino gran parte della Sua giovinezza, fino al matrimonio, nell’aprile del 1881 con il Dott. Luigi Manzoni, da cui nasceranno 7 figli. Matrimonio che precedette di qualche mese il Loro trasferimento in Argentina, accompagnati dallo Zio prete. La decisione di partire non fu chiaramente di natura economica, i due giovani sposi provenivano entrambi da famiglie benestanti, ma piuttosto dalla delusione per la situazione politica italiana e meridionale in particolare. Si fecero quindi trascinare dal desiderio d’avventura verso una terra nuova, lontana ma più vicina alle Loro idee repubblicane. Facciamo, però, ora un doveroso passo indietro, agli anni italiani e alla sua gioventù a San Martino, anni che coincisero con le sue prime pubblicazioni letterarie. Viene dato alle stampe, infatti, a Napoli nel 1873, all’età di soli 14 anni, il suo primo volumetto “Poesie”. A distanza di un solo anno, questa volta a Firenze, pubblicò “Affetti e Memorie”, che le permise di entrare in contatto con Giosuè Carducci. Non solo poesia ma anche racconti nella sua produzione artistica, testimoniata dalla collaborazione con giornali come “il Risorgimento Lucano” e “La Nuova Lucania”. Seppur giovanissima mise subito in mostra le sue innate capacità poetiche ed un livello culturale elevato, non solo per la sua giovane età, ma anche per il contesto rurale da cui proveniva. Alla sua produzione poetica faremo solo un breve cenno, lasciando alle ragazze che seguiranno questo intervento, onere e onore di farvi ascoltare alcune delle poesie a noi conosciute. Da un rapida lettura si evince una capacità straordinaria nell’utilizzo delle parole che, seppure influenzate dal sentimentalismo tipico del tempo, mantengono una semplicità nella composizione di versi, da cui spesso traspare un forte legame con la sua terra d’origine. Riesce, con estrema semplicità, a trasportarci emotivamente nelle sue descrizioni di luoghi, paesaggi o semplici emozioni. Definisce la poesia come divina, “figlia dello spirito di Dio”, in un testo che seppure tendente al retorico conclude con un messaggio di speranza per un avvenire migliore. Forse quella speranza di un avvenire che l’Italia non seppe dargli, tanto da spingerla ad emigrare, in prima classe, ma pur sempre emigrare. Passione per la letteratura, poesia in particolare, e impegno politico avranno un ruolo importante nella sua breve produzione artistica. In una lettera, in morte di Alessandro Manzoni, da Lei definito come “ultimo maestro” si scaglia contro “gli scettici professori”, rei di negare “anima, religione e amore” e invoca Dio, affinché “salvi da tanto avvilimento la nostra diletta Italia, la terra della poesia e degli affetti puri e gentili”. Torna su temi a Lei cari, non nascondendo la sua delusione, e da qui sferra un poco velato attacco a certi intellettuali, per una situazione politica che diverrà per Lei ben presto insostenibile. Restano, legati al personaggio della Poetessa, molti punti interrogativi, che future ricerche potranno almeno in parte chiarire. Uno su tutti colpisce: da una rapida lettura dei frammenti della sua biografia e delle sue opere ci si chiede, come mai una così precoce produzione artistica fu interrotta dopo il matrimonio e la successiva partenza per le Americhe. Ci si sarebbe aspettati che, una volta raggiunta una terra più vicina alla Loro inclinazione repubblicana, nostalgia per famiglia e terra natale dessero nuovo slancio a chi, sin da giovanissima, aveva mostrato elevate capacità poetiche. Concludo con i versi che la Poetessa compose come premessa alla sua prima pubblicazione, insieme dedica alla sua terra natale e messaggio di speranza per un futuro migliore: “Amo il cielo di un azzurro purissimo e immacolato e i fertili campi lussureggianti di fiori e di verzura, e le ridenti colline di questo giardino eterno, incantato, sorridente del sorriso di Dio, che è la mia diletta terra natale; e vado superba delle sue glorie passate e dei bei vanti presenti e spero per essa miglior destino e figli non degeneri.” Passo ora la parola alle ragazze che daranno voce alla Poetessa declamandone i versi Grazie a tutti per essere intervenuti, all’Associazione per aver organizzato questa serata e a Carlos, nipote della poetessa, a cui dobbiamo, tra l’altro, alcune delle notizie in nostro possesso.

Buon proseguimento di serata.

Angelo Maria Cudemo

Note di San Lorenzo, 10 Agosto 2016

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